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Avrei voluto

Avrei voluto


Avrei voluto…

Ora comprendo quel vortice presente
nei miei enigmatici disegni
che ingoia e squarcia il mio respiro.
Ora vago al suo interno
e trovo conforto nelle sfere azzurre
che accarezzano il mio viso indebolito,
che asciugano le mie lacrime fiacche.
Avrei voluto…
non vedere mai,
i tuoi occhi da cerbiatta spaurita
avvolgersi in una veste nera,
avrei voluto…
sanare il tuo disperato bisogno di risposte certe,
avrei voluto…
soffrire le pene più atroci
in cambio della salvezza della tua essenza innocente,
avrei voluto…
invece.. con l’impotenza tra le mani
non ho potuto proteggerti dal dolore di questa vita.
Amore mio
mia gemma colorata,
ti prometto che brillerà ancora l’arcobaleno
e realizzeremo una stradina multicolore
dove insieme cammineremo prese per mano
senza più paure…
ci lasceremo guidare dalla luce celeste
che lentamente medicherà le piaghe aperte.
Sarò pronta
te lo prometto
agiterò i miei sonagli vitali,
bacerò le tue gote,
asciugherò le tue gocce di cristallo
e il mio sorriso ti darà la forza
per guardare oltre quel vorticoso precipizio
che per il momento
raccoglie solo la nostra disperazione,
insieme freneremo quel vortice impazzito,
ed io…
fautrice della tua venuta al mondo,
scaglierò verso l’oscuro
lo scettro della fede e della speranza
perché vivo per te
e di te.

Avrei voluto Questa poesia è nata dopo un periodo di chiusura, generata dall'evento del diabete della mia piccola Alessia. 5 ott 2014
Autore
Angelica Piras
Note alla poesia
Solo ascoltando le note dell'opera: Piccolo fiore del Maestro Lorenzo Pescini, sono riuscita a far fluire il dolore per poi scrivere.
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