Io sognavo un altro mondo
Tutto diviene più complesso quando hai la visione di un mondo che non esiste.
Io sognavo un altro mondo
Oggi non reggo la zavorra nera di questi sguardi letali
vestiti di pseudo normalità,
investe la mia celata follia
sbaragliando la pazienza e la tolleranza.
Non reggo tutti questi corvi che gracchiano
discriminando altri esseri, solo perchè diversi da loro,
ma questa presunzione marcirà e si farà erba
per ricoprire la loro tomba vuota.
Io che sognavo un altro mondo ti chiedo,
chi sei tu, con la tua ignorante normalità
che sgrani gli occhi addosso al disagio interiore?
Chi sei tu, che rigurgiti fiotti d' intolleranza?
Vene ricolme di rabbia ribolliscono
per l'ignoranza che taglia,
per l'alterigia ottusa che ride senza però saper sorridere
e che non sa godere di piccoli impercettibili brividi.
Lo stridere dei denti riempie
la mia bocca piena di schiuma
e un pianto consumato mi fa ricordare
di quanto sia stata fortunata
nell'essere riuscita a camminare
tra le spine dell'angoscia
senza divenire pietra,
urlo in silenzio con un dolore senza voce,
lo stesso dolore sommesso
che ritrovo negli occhi, di chi difendersi non sa.
Non tutti si soffermano a riflettere
che un giorno non lontano
potremo trovarci di fronte a una coltre di densa bruma,
capace di cancellare ragioni, ricordi, affetti
e portarci in quel vortice buio senza più ritorno,
e trovarci davanti il bastardo ignorante che in passato
siamo stati:
che ride, deride, insulta, discrimina,
capace di uccidere con queste armi
che imbrattano sentimenti e dignità.
Privilegio di tanti, trovarsi dall'altra parte del selciato
dove tutto è colore e calore,
peccato che spesso ci si dimentica dell'essere fortunati,
che solo per ora ci fa stare tra la pseudo normalità.
Io che sognavo un altro mondo
porto nel petto un sigillo di dolore,
per tutto questo assordante gracchiare
che trasfigura il vero senso del rispetto alla vita.
Angelica Piras.