Vita soffiata
Vorrei ingoiare
spenti respiri
farne cibo per i vermi
che nutrono l’irrefrenabile rabbia.
Sputare sopra banchetti apparecchiati
strappare tovaglie d’ipocrisia
mangiare occhi che sanno di fiele
e bere lacrime che sanno di marcio.
Siete lì
come gendarmi incattiviti
nel tentare di trasformarmi come voi,
allargherete ferite mai rimarginate
squarcerete la mia carne
con le vostre accuse
farete di me alibi per le vostre paure
vi sfamerete con la mia sensibilità
userete le vostre armi per ingurgitare
la mia essenza,
ma non spegnerete mai
quel lumino azzurro che illumina
la mia strada e i miei valori.
Rigurgito brandelli di vita soffiata
che spazza via questa lunga notte
senza riposo.